Making Of Magazine

Le storie dietro le quinte

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Dietro le Location di Lolita Lobosco

Tra esigenza artistica e logistica, dalle riprese durante il covid al successo
dei luoghi iconici della serie.
Intervista alla Location Manager Elettra Sparapano

di Redazione

Dopo aver completato la laurea in lettere moderne e multimedialità dello spettacolo nel 2013, Elettra Sparapano si è trovata coinvolta in un percorso molto diverso da quello che aveva inizialmente pianificato. Durante il lavoro da bibliotecaria e quello per la sua compagnia teatrale, per cui gestiva tour e trasferte, Elettra ha incontrato Massimo Ruggiero e Vittoria Losavio che stavano cercando aiuto per un importante casting cinematografico.
Elettra ha svolto un ottimo lavoro in questa selezione ed è così che ha avuto inizio il suo percorso in OZ Film, che l’ha portata in seguito a lavorare come location manager* su numerosi film.
Elettra condivide con Making of le sfide e le soddisfazioni del suo lavoro nel set di “Le indagini di Lolita Lobosco”.

Elettra Sparapano

Nonostante per Elettra si giocasse in casa, è stato un compito impegnativo trovare tutte le location* di Lolita: “Bisogna tener conto di diverse esigenze: da quelle artistiche, soprattutto su quello che vuole raccontare il regista, a quelle tecniche, come gli spazi per la troupe, gli allacci elettrici e i costi di spostamento. Una troupe cinematografica è una macchina molto complessa da posizionare e da spostare”.
Il reparto scenografia ha iniziato a lavorare a stretto contatto con Elettra alcuni mesi prima delle riprese, e lei ha iniziato il suo lavoro di selezione delle location: “Ho iniziato selezionando delle proposte da inviare allo scenografo, che le ha presentate al regista, il quale, in questo caso, non conosceva la città. A fine gennaio eravamo già riusciti a fare i sopralluoghi con il regista Luca Miniero. Ricordo che eravamo a pranzo, soddisfatti perché avevamo trovato tutto e le riprese sarebbero iniziate due settimane dopo. Nel frattempo, cominciavano a passare in televisione i primi servizi TG sul Covid. Tutto sarebbe cambiato, e ancora non lo sapevamo”.

foto di backstage, il regista Luca Miniero; Ph. concessa da Rai, Ufficio Stampa

Le riprese della prima stagione sono state influenzate in modo inaspettato dalle sfide imposte dalla zona rossa: “Abbiamo girato in una città surreale, vuota. Da un lato Bari vecchia si è presentata deserta, facilitando il movimento sul set, ma dall’alotro ciò ci ha costretti ad ottenere permessi speciali per simulare l’apertura di negozi e attività commerciali che servivano da scenografia”. Inoltre alcune scene rappresentative di Bari sono state girate a Monopoli, durante il periodo di quarantena, per soddisfare esigenze tecniche e burocratiche. Questa scelta, secondo Elettra, può diventare un valore aggiunto alla storia e all’atmosfera del film: “Un regista alla fine ci mette sempre un pizzico di fantasia e si distacca un po’ dalla realtà delle cose, sia nei personaggi che nell’estetica degli spazi”.

Diverse sono state le sfide affrontate per la ricerca delle giuste location, Elettra ci spiega di come sia stato difficile individuare quella per il Palazzo della Questura dove Lolita lavora, che potesse andar bene per tutte le esigenze: “Il regista aveva in mente qualcosa di barocco, ispirato al centro storico di Lecce, mentre l’obiettivo era che richiamasse maggiormente Bari, così tra le proposte ho portato Palazzo Palmieri a Monopoli. Ho spiegato al regista che non era la prima volta che cercavo una location* del genere e che conoscevo bene la situazione in Puglia. Nonostante fosse a Monopoli, il regista ha notato che, grazie alla piazza circostante e ai vicoli, esteticamente poteva ricollegarsi come un’estensione di Bari vecchia.


Inoltre, la posizione di Palazzo Palmieri a Monopoli si è rivelata strategica, in quanto vicina a San Vito che, secondo la trama, era il luogo in cui Lolita trascorreva del tempo col padre, un pescatore. Abbiamo girato sia gli interni che gli esterni in questo palazzo, riducendo i costi di spostamento e creando un collegamento visivo e narrativo con la storia di Lolita.
La mia strategia è sempre stata quella di studiare attentamente le richieste, cercando di presentare poche proposte, ma di alta qualità”.

una scena tratta dalla serie televisiva, Lunetta Savino e Luisa Ranieri


Elettra spiega che, a causa dei tempi produttivi stretti, non sempre è possibile trovare tutte le location* prima dell’inizio delle riprese. La ricerca si protrae talvolta durante la fase di produzione, come nel caso della casa di Lolita, che è stata trovata quasi per caso a Putignano a riprese iniziate: “Luca Miniero aveva una precisa esigenza registica: voleva un corridoio lungo nel quale il personaggio di Lolita potesse camminare. Questa scelta era motivata dalla necessità di rivelare il personaggio durante la prima stagione, mostrando sia il suo carattere emotivo che la sua bellezza. All’interno di queste specifiche esigenze, era essenziale avere un bagno con vasca, da cui Lolita potesse uscire e attraversare varie stanze fino al suo salone.
Non trovando la location* adatta tra le case di Bari Vecchia, in quanto solitamente piccole e spesso caratterizzate da una sola stanza per piano, le ricerche si sono prolungate.
Un giorno, durante le riprese di un episodio girato a Putignano, mi sono ritrovata a casa di un architetto che mi ha accolto per un caffè. Appena entrata mi sono accorta che aveva stanze splendide, un balcone e il corridoio desiderato. Gentilmente, ci ha concesso di svuotare la casa, poiché nel primo episodio doveva apparire vuota, e successivamente di sistemare l’arredamento in uno stile minimal adatto al personaggio di Lolita. La sfida più grande è stata il trasporto di un pianoforte, dato che l’appartamento si trovava nel centro storico di Putignano: lo abbiamo sollevato con una gru fatta uscire da una finestra”.

una scena tratta dalla serie televisiva, Luisa Ranieri


Il set di un film è un organismo molto complesso, formato da diversi reparti e la collaborazione tra questi beneficia sul risultato finale del prodotto audiovisivo: “Un film è una macchina molto grande, e non è fatta solo di registi e attori, ma anche di tutta la troupe: più di cinquanta persone, i camion per attrezzature e camerini. C’è tutto un “circo” da sistemare e spostare ogni volta. Molto spesso quindi le produzioni si affidano ai location manager* non solo per occuparsi delle location* dove girare ma anche per la logistica degli spostamenti.
Proporre una location* non è solo una questione artistica: deve essere perfetta per le esigenze registiche ma deve anche strizzare l’occhio alle esigenze logistiche. Successivamente l’organizzazione del tutto competerà all’ispettorato di produzione. Si può dire che si lavora per osmosi: i reparti si muovono sempre tutti insieme, come uno strano e affascinante animale, quando i ruoli dei diversi reparti funzionano bene e c’è la giusta energia e collaborazione, se ciò non avviene si vede subito e si inizia a scoppiare. Una cosa però è fondamentale: saper comunicare, capirsi e soprattutto risolvere subito le cose”.

una scena tratta dalla serie televisiva; Ph. concessa da Rai, Ufficio Stampa

Abbiamo chiesto ad Elettra, quale sia stata la risposta della città sul set: “Quando giravamo la prima stagione, tutti ci guardavano come degli alieni perché erano convinti che noi non avessimo nemmeno l’autorizzazione per fare queste cose in zona rossa. Possiamo dire quindi che il pubblico era un po’ distratto. Dalla seconda stagione è stato diverso: le persone ci fermavano, alcuni hanno persino creato il percorso turistico delle location dove è stata girata Lolita Lobosco. E questo mi entusiasma particolarmente perché fino a 15 anni non potevo neanche entrare a Bari vecchia, il detto locale recitava “sai come ne entri, ma non sai come ne esci”.
Ora le persone vengono appositamente da tutta Italia per vedere la piazza della Cattedrale di Bari dove abbiamo girato Lolita.
La cosa che mi ha colpito di più è stata nel 2023 a San Vito, mentre giravamo è arrivato un pullman di turisti. Inizialmente, pensavamo fosse per il monastero, ma questi si sono avvicinati: qualcuno del comune di Polignano li aveva avvisati ed erano lì apposta per poter vedere il set. Si sono comportati in modo impeccabile, si sono posizionati a lato e non hanno scattato foto al set, come avevamo chiesto. Successivamente, Luisa Ranieri si è fermata con loro, si sono scattati selfie e hanno chiacchierato insieme. Erano venuti appositamente per vedere le riprese, erano bellissimi”.

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